Giovanni Verga è registrato presso l’ufficio nascite dello Stato Civile del comune di Catania nel 1840, anno in cui certamente nasce, sebbene data e luogo siano campo di acceso dibattito, da una famiglia di proprietari terrieri di antica ascendenza nobiliare.
La sua prima formazione si deve a don Antonio Abate e Domenico Castorina. A soli sedici anni, nel 1856, scrive Amore e patria, rimasto inedito. Del 1861 è il romanzo I carbonari della montagna, pubblicato a spese dello scrittore con il denaro ricevuto dal padre per portare avanti i suoi studi universitari presso la Facoltà di Giurisprudenza, che presto abbandona.
Pubblica varie riviste, fino a quando, nel 1865, non si trasferisce a Firenze, dove resterà fino 1871. Pubblica Una peccatrice, conosce Capuana e Mario Rapisardi. Nel 1871, esce Storia di una capinera.
Il 20 novembre 1872 Verga giunge a Milano, dove risiederà, pur con varie interruzioni, fino al 1893. Qui frequenta i salotti di Clara Maffei e Vittoria Cima, entra in contatto con l’ambiente della scapigliatura e, soprattutto, comincia a respirare l’aria della cultura europea: legge Flaubert, Zola, i de Goncourt, Balzac. Tra il 1872 e il 1875 pubblica Eva, Tigre reale ed Eros e comincia a lavorare a Padron ‘Ntoni, prima concezione dei Malavoglia, che uscirà nel 1881. Questo periodo sarà il più impegnato dal punto di vista artistico: Verga compie vari viaggi a Parigi, conosce Zola e Maupassant; stringe amicizia con De Roberto, pubblica Novelle rusticane, Per le vie e Il Marito di Elena; nel 1888 esce il Mastro-don Gesualdo.
Nel frattempo, la sua opera Cavalleria rusticana, musicata da Mascagni, continua ad essere rappresentata riscuotendo un notevole successo. Per ricevere i diritti d’autore, però, Verga sarà costretto ad agire per vie legali, fino all’accettazione di una cifra di 143 mila lire come compensazione finale.
Nel 1893 rientra definitivamente a Catania. Mentre la sua relazione sentimentale con Dina Castellazzi di Soldevolo va avanti, egli cerca di lavorare al ciclo dei vinti, senza però riuscire a portare avanti il progetto. Questo periodo è caratterizzato da un’accentuazione del conservatorismo politico dello scrittore, che appoggia Crispi e le repressioni di Beccaris. Nel 1915, si dichiarerà interventista.
Nel 1920, per gli ottant’anni di Verga, si tengono, presso il Teatro Bellini, le celebrazioni alla presenza del Ministro Benedetto Croce. Il discorso ufficiale è tenuto da Luigi Pirandello.
Il 24 gennaio 1922, colto da ictus, Verga muore per emorragia cerebrale nella sua casa di via Sant’Anna a Catania.